giovedì 30 giugno 2011

Le recensioni e i commenti su "Niente, tranne la pioggia"

Sul mio nuovo romanzo, "Niente, tranne la pioggia" sono usciti, a un paio di mesi dalla pubblicazione del libro, alcune recensioni e commenti. Persone che conosco, che sono in contatto qui su FB, su aNobii, che ho incontrato alle presentazioni, o su IBS. Ringrazio tutti coloro che mi fanno sapere le loro impressioni, o che semplicemente le rendono pubbliche in qualche parte del web. Con un piccolo editore (di elevatissima qualità) e senza grandi "amicizie" nel mondo dell'editoria, la più grande speranza che un autore per farsi leggere risiede nel passaparola di chi legge e commenta. Quindi grazie ancora, anche a chi ne scriverà in futuro.

Non sono solito commentare quello che viene scritto sui miei romanzi (per i tre romanzi ormai si parla di decine di recensioni e centinaia di commenti, nel web), amo molto leggere e rifletterci sopra, e constatare il ripetersi di quella che chiamo "la magia" del raccontare e leggere storie: nello scrivere un romanzo ci si mettono delle cose e poi queste ti vengono restituite dai lettori, in parte o in tutto, reintrepretate, rivissute, filtrate in modo personale, sempre questo processo sorprendendomi e meravigliandomi per l'arricchimento che mi dona. E' questa la parte più bella del raccontare storie, la restituzione di chi legge e dichiara le proprie emozioni, impressioni, sentimenti, a volte svelando al narratore stesso elementi del romanzo che l'autore pensava fossero meno importanti, o comunque non prevalenti.

Però mi ha colpito negli ultimi giorni la recensione del Killer Mantovano, Marco Piva, comparsa sul glorioso blog de "I corpi freddi", gruppo di appassionati lettori nato prima in aNobii e poi sviluppatosi con una serie di attività legate al mondo dei libri (blog, commenti, interviste tra cui alcune prestigiosissime come quella in video a Andrea Camilleri e tante altre, organizzazione di rassegne e presentazioni e altro ancora).
Mi ha colpito non tanto per il giudizio, che non discuto mai, e perchè ogni giudizio (dalla stroncatura all'esaltazione) è lecito, quanto per la presentazione del romanzo. Tanto è vero che leggendo un commento a questa recensione, credo di Cristina Greco, che diceva "la trama mi sa di già letto e visto", ho pensato che se non conoscessi il romanzo e avessi letto solo questa recensione, sarei stato d'accordissimo con il commento di Cristina che ho appena riportato.

Mi ha colpito infatti che nella presentazione del romanzo la trama sia stata presentata in modo parziale e che i temi presentati siano "immigrazione, prostituzione, riciclaggio del denaro sporco, criminalità organizzata e affari politici".
Letta così sembra davvero un "già visto, già letto". Mi è dispiaciuto che non sia stato notato che il viaggio della disperazione e della speranza che fanno queste ragazze per venire in Italia (per poi scoprire di essere state vendute e costrette a prostituirsi), volevo farlo vivere al lettore in prima persona (e pensavo di esserci riuscito)
Mi ha colpito che nulla si dica della colonna sonora del romanzo, di cui molto mi è stato chiesto, per esempio nell'intervista sul blog RAI RADIODUE o su Vorrei , che è colonna portante della storia, tanto è vero che uno dei protagonisti, anch'esso non citato, è un chitarrista prog che viene direttamente dagli anni '70, e che le canzoni citate accompagnano alcuni dei temi del romanzo (l'amicizia, la fragilità della condizione umana, la disumanità del nostro modo di essere). Affari politici, poi mi sembra che siano veramente un elemento trascurabile, nel mondo narrativo che ho costruito.

Mi ha colpito che sia sfuggita la parte metanarrativa, gli omaggi a King, alla Vargas e in particolare nel finale, che viene definito da "Corpi freddi" come un finale "in sordina", dove c'è un omaggio a Wu Ming e al Moby Dick di  Melville. Certamente un omaggio presuntuoso e scritto maluccio, ma in ogni caso un tentativo, per un finale che parte con la cattura e la tortura di Lubrano, la vendetta di un altro personaggio verso uno dei cattivi, prosegue con un crescendo di violenza in cui esplodono le lotte intestine alla criminalità organizzata e si conclude appunto con questo omaggio metaletterario. Non è stato colto, e certamente è demerito mio (e stimolo a far meglio) anche se altri lo hanno colto, quando ad esempio "Temperamente" scrive che "Niente tranne la pioggia va oltre l'essere un mero giallo" o quando Pegasus scrive "un noir che seppur assumendo come date tutte le caratteristiche consuetudinarie del genere – dallo sbirro melanconico e che trascura la fidanzata fino all’insensibilità dei vertici di governo e alla miopia della stampa, sempre e comunque in stile Studio Aperto – racconta una storia complessa, su più livelli, di periferia e di emarginazione."

Il tentativo, o la velleità probabilmente, era quella di scrivere, in un mondo in cui si continua a dire "ci sono troppi noir, ci sono troppi gialli, il noir è morto eccetera" un romanzo più completo, oltre i confini della copertina gialla e del "giallismo"in cui appunto ci sono più livelli di lettura e più elementi, quelli che qua ho cercato di rappresentare (la colonna sonora, la metanarrazione, la complessità della condizione, le sfaccettature del male, l'indifferenza).
Spiace che non sia stato colto.
Spero di far meglio con il prossimo romanzo, e grazie per l'attenzione.
Il Lettore è sempre il Re.

Nessun commento:

Posta un commento