Con il crollo del muro di Berlino l’Europa si è allargata a Est
modificando l’assetto geopolitico del continente e sviluppando una sorta
di neo-colonialismo economico che ha favorito la nascita di traffici
illegali e ha prodotto un flusso migratorio verso Ovest dove la
criminalità organizzata si è inserita senza grossi problemi, grazie a
quella capacità di adattamento e metamorfosi che le permette di
interagire velocemente con i cambiamenti.
In questo scenario Sergio Paoli ha costruito un racconto di un realismo
che lascia senza fiato. Un canovaccio di miseria, ingenuità e
spietatezza. Un pugno nello stomaco. Niente tranne la pioggia
fotografa quel mondo e dà un nome, un volto a «…queste persone che
vengono da noi e finiscono sulla strada…» in un processo di
mercificazione inesorabile di fronte al quale anche i giusti a volte si
fermano, ma «…la giustizia si costruisce tutti i giorni con le piccole
azioni che ognuno di noi fa» spiega l’autore.
(articolo di Maria Grazia Pozzi, per leggerlo tutto clicca qua)
"Niente, tranne la pioggia", è il mio ultimo romanzo con Todaro editore, in libreria dal 2011.
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